Raro frammento in vetro di fondo di bicchiere romano con raffigurazione in oro e argento di gladiatore reziario, datato al IV sec. d.C., proveniente da Roma, acquistato dal British Museum nel 1898, dal Conte Michel Tyszkiewicz che l'aveva avuto in dono dal collezionista e patriota italiano, Alessandro Castellani.
Sul reperto si vede un gladiatore di tipologia reziario, il retiarius, cioè "il combattente con la rete", rete munita di pesetti, parte del suo equipaggiamento e sua vera e propria specialità, che la lanciava per intrappolare in velocità l'avversario. Il reziario era un combattente "leggero" che non indossava elmi e non maneggiava scudi, ed impugnava un pugnale, il pugio e il tridente, la fuscina, sua arma principale.
L'aspetto del reziario richiamava in modo evidente quello di un pescatore, del quale riprendeva sia l'armamento che la tecnica di combattimento.
Il suo avversario abituale era il gladiatore secutor, cioè l'inseguitore, un gladiatore pesantemente armato e quindi dalla mobilità assai limitata; i combattimenti tra reziari e secutores si diffusero, presumibilmente nella seconda metà del I secolo. Il reziario contro il secutor divenne con il tempo, una delle contrapposizioni classiche dei munera, gli spettacoli gladiatori, negli anfiteatri romani.
Nella raffigurazione il reziario indossa una cintura, il balteus, profilata e ornata di rosso e al termine della manica, il galerus, la placca metallica fissata alla spalla sinistra con cinghie di cuoio, funzionale a proteggere la gola e la testa dai colpi del suo avversario, indossa inoltre anche delle fasciature alle caviglie e sotto le ginocchia; alle sue spalle c'è un otre contenitore in pelle per il vino, appoggiato su una colonna dove sembra ci siano il simbolo di due gladi incrociati; intorno al campo c'è un'iscrizione in oro: "Stratonicae, bene vicisti, vade in Aurelia(m)", tradotto "hai vinto a Stratoniceia, vai ad Aurelia", sotto: "Pie Zeses", cioè "bevi perché tu possa vivere".