Come doveva apparire la statua del pugile delle terme o a riposo ad un antico greco o romano?
Alla mostra del Metropolitan Museum of Art di New York, intitolata Chroma: Ancient Sculpture in Color, cioè Scultura Antica a Colori, che durerà fino a Marzo 2023, esibizione che nei scorsi anni ha fatto il giro dei maggiori musei al mondo, promossa da molti musei, università ed istituti di ricerca, si possono vedere le sculture, riprodotte da Vinzenz Brinkmann, capo del dipartimento di antichità presso la Collezione di sculture Liebieghaus a Francoforte sul Meno, e Ulrike Koch una delle massime esperte mondiali della policromia antica, dove viene messa in evidenza l'antica policromia di alcune delle opere d'arte più conosciute del mondo classico, rivelando le nuove scoperte sul colore sopravvissuto, identificato attraverso analisi scientifiche all'avanguardia tra cui: la spettroscopia di assorbimento, l'ultravioletto e la fotomicrografia per determinare la composizione cromatica delle varie sculture.
La particolarità di questo progetto sulla policromia antica è quella che da circa vent'anni accumula ad ogni esibizione, grazie al personale curatoriale, di conservazione, di ricerca scientifica, di imaging dei vari musei in cui fa tappa, nuovi dati per approfondire la complessità del colore nell'arte antica.
Il pugile ricreato mostra prima di tutto il colore vivo del bronzo dorato come doveva apparire in antichità, caratteristica di quasi tutte le statue del mondo classico. Sono stati inseriti dei bulbi oculari, occhi policromi, oggi andati perduti sulla statua originale, le gocce di sangue e le ferite colorate di rosso vivo e le tumefazioni di un rosso più violaceo come i dati della fotomicrografia confermano.
I colori dei capelli e della barba, che indicavano all'osservatore passato anche lo status del pugile, di una gradazione del marrone che mostra l'età matura dell'atleta.
La prima caratteristica che attira l'attenzione del visitatore è comunque la visione dei complessi guantoni adottati a partire dal IV sec. a.C., i greci himàntes oxeis, con il pesante anello, lo stròphion, i lacci, le corregge e le stringhe del colore del cuoio; la lana per detergersi dal sudore, il summus vellus, sinonimo del greco kòdion, di colore bianco, mentre il sottoguantone imbottito del colore della crosta di cuoio, pellame non liscio ricavato dal secondo strato di concia, che secondo i dati sembra non essere stato trattato in antichità, con del colorante.
Una particolarità ancora non spiegata dagli studi è il colore blu chiaro ritrovato sui bordi e sulle stringhe dell'opera originale, forse inserti in metallo.